Intervista integrale a Tony Maiello

« Older   Newer »
  Share  
Francy-Tony
view post Posted on 19/10/2012, 15:16





Una giornata assolata, una città di mare, Castellammare di Stabia, un tavolino fuori dal bar del suo caro amico Alessio: è in questa cornice che abbiamo incontrato e intervistato Tony Maiello per parlare del suo nuovo percorso musicale, segnato dall'uscita del singolo Chi Ha Inventato I Sentimenti, dopo la partecipazione a X Factor nel 2008 e la vittoria nella categoria Giovani al Festival Di Sanremo nel 2010.

A Giugno è uscito il tuo singolo Chi Ha Inventato I Sentimenti, che ha segnato una svolta nel tuo percorso artistico. Cosa è cambiato esattamente?

In realtà è un ritorno alle mie radici e a quello da cui sono partito che è l'R'n'B.
La mia carriera è cominciata proprio con un EP R'n'B che si intitola Ama Calma, con dei testi meno interessanti rispetto a quelli di oggi. Poi crescendo e maturando ho iniziato a scrivere altro. Poi c'è stato il Festival di Sanremo ed ho dovuto un po' ripiegare sul “commerciale”, non nel senso di scarso valore, ma comunque qualcosa che si avvicinasse maggiormente a ciò che generalmente si presenta al festival. Ci voleva una bella ballad e quindi sono stato un po' “piegato” dalla tradizione italiana. È stato comunque divertente cimentarmi in un altro tipo di scrittura. Poi però ho deciso di riprendere in mano il mio vero mondo, la black music, e così è nato Chi Ha Inventato I Sentimenti; Il brano ha un testo che mi sta molto a cuore, perché scaturisce da un periodo in cui ero un po' in contrasto con me stesso, e infatti in questo pezzo racconto quanto sia difficile gestire i sentimenti e quanto sia meglio semplicemente viverli piuttosto che cercare delle risposte che forse non arriveranno mai. A parte il testo, in questo singolo c'è un sound molto diverso che ho cercato di trovare ascoltando quello che c'è in giro e anche quello che magari in Italia non trasmettono.

Il tuo primo contatto con il grande pubblico è stato X Factor. I talent sono spesso al centro di accese polemiche, perché gli artisti che escono da questo tipo di trasmissioni vengono visti come prodotti “usa e getta”. Qual è la tua opinione da “interno”?

Mi piacerebbe capire con quale criterio si giudica chi partecipa ai talent. Personalmente credo che oggi non ci sia altro modo per emergere, indipendentemente dal fatto che poi si tratti di interpreti o di autori. Forse sono sbagliati i metodi, perchè prima si produceva un disco mettendosi in cerchio con una chitarra e si ascoltavano i brani nelle case discografiche, adesso diventa molto più semplice entrare in TV ed essere notati da qualcuno. Sono cambiate le dinamiche rispetto al passato. Certo, poi ci sono artisti come ad esempio Il Cile, che ha scritto anche per i Negrita, che possono emergere anche senza i talent, ma sono veramente casi rari. Per quanto mi riguarda il talent è stata la mia occasione e mi ha dato modo poi di farmi conoscere per quello che sono. È inevitabile che ti rimanga il cosiddetto “marchio” addosso, ma credo che non sia un'esperienza così vincolante, è un passaggio che si può fare tranquillamente, l'importante è farsi valere dopo e dimostrare di saper fare questo lavoro, altrimenti non serve a nulla nemmeno il talent stesso.

Ma non pensi che sia un po' un'arma a doppio taglio? In un'edizione l'attenzione è puntata sul talento di turno poi con l'edizione successiva si spengono i riflettori e, come dire, anno nuovo, talento nuovo. Non ci si sente usati come prodotti?

Beh sì, assolutamente sì, sei certamente usato in quel momento. Però è comunque un “uso” che va anche a tuo favore, perché c'è un grosso ritorno di immagine. La gente vive di immagine e secondo me tutto dipende da come ci si pone e da come ci si propone alla gente. Quindi la cosa migliore è essere semplicemente se stessi senza crearsi “personaggi”, come purtroppo avviene spesso.
Un'artista uscita dai talent per esempio che mi piace molto è Alessandra Amoroso perché ha una sua originalità, una sua personalità, una voce riconoscibile e quindi “funziona”. Se si hanno le carte in regola si va avanti comunque, altrimenti si rimane prodotti usa e getta, ma in ogni caso è il sistema che è così: il mondo musicale di oggi, giusto o sbagliato, funziona così, e non si può negare che nelle case discografiche ormai si è solo numeri. È sempre e solo una questione di opportunità che poi dopo bisogna saper gestire e portare avanti. E da qui si vede se si era solo “fumo” o se si è davvero dei talenti.

Oltre ad X Factor hai avuto l'opportunità di una vetrina ancora più grande che è quella del Festival di Sanremo, altra kermesse che, in verità, negli ultimi anni è sotto i riflettori più per polemiche, gossip, moda e ospitate che per la musica stessa. A te come è sembrata?

Per me è stata un'esperienza bellissima, perché comunque, a parte tutto, lo è davvero. A Sanremo in quella settimana c'è la musica nell'aria, si respira una atmosfera bellissima. Ho avuto modo di essere lì anche in altri periodi dell'anno e posso dire che non è la stessa cosa. È come se nei giorni del festival ci fosse un incantesimo sulla città. È comunque vero che si è commercializzato decisamente troppo. Adesso è vero che i riflettori sono un po' troppo puntati sullo spettacolo invece che sulla musica e sulla gara.
Ho sentito il discorso che ha fatto Fabio Fazio durante la conferenza stampa della prossima edizione e devo dire che mi è piaciuto molto. Vuole dare molto più spazio ai giovani e sembra che addirittura in questa prossima edizione ci saranno due brani inediti e non più uno. La cosa da una parte mi intriga, sembra interessante, dall'altra però penso che potrebbe essere un'arma a doppio taglio, perché portare due brani belli e che funzionino al festival significa anche bruciarseli in un colpo solo.
Fabio Fazio mi sembra una persona che ascolta molto e quindi sono curioso di vedere cosa succederà. E vi svelo che comunque io ho intenzione di provarci. Ad ogni modo mi auguro davvero che torni ad essere un Sanremo incentrato più sulla musica che su altro.

Hai avuto esperienza sia con una major, la Sony, sia con etichette indipendenti (quella di Mara Maionchi e la tua nuova etichetta). Quali differenze hai trovato?

Quando si ha a che fare con una major non c'è un rapporto “personale” come quello che può esserci con l'etichetta indipendente. Praticamente con la major sei un vero e proprio “stipendiato”: è un po' come lavorare in una grande azienda di cui non hai mai conosciuto il proprietario. C'è un grosso distacco tra l'artista e la casa discografica stessa. Ovviamente il rapporto te lo crei con la gente con cui lavori ogni giorno, ma comunque in quel contesto ci si sente, come dicevamo prima, davvero “un numero”. Con l'etichetta indipendente si vive in una dimensione diversa: si crea un rapporto più umano e anche affettivo, che va al di là dell'aspetto artistico-lavorativo.
Con Mara Maionchi e con suo marito Alberto per esempio è rimasto un forte legame e ci sentiamo tuttora, nonostante non lavori più con loro. Con la mia ultima etichetta ho trovato persone che mi hanno dimostrato di essere veramente interessate a quello che faccio. Questa è la cosa più importante per un artista, perché quando si hanno intorno persone che ti supportano si è più motivati a lavorare bene.

Com'era Antonio Maiello prima di diventare Tony Maiello? Vuoi raccontarci un po' la tua vita e il tuo percorso prima di arrivare ad X Factor e alla notorietà?

Sicuramente prima ero più tranquillo e più sereno di adesso. Quando si fa questo mestiere si vive sempre di qualcosa che non c'è, nel senso che si vive di qualcosa di non “tangibile”, in quanto non si sa mai quello che può succedere. Prima avevo una vita tranquilla, facevo le cose normali di quando si ha diciotto anni, andavo a scuola all'istituto per geometri. Ora sono, ad esempio, cambiati radicalmente gli orari: se non sono le 4,30 del mattino non vado praticamente mai a dormire, mentre prima la mia vita era scandita da orari regolari. È cambiato anche l'approccio che ho nei rapporti con le persone, perché sono diventato molto diffidente. Prima mi fidavo abbastanza, poi ho avuto un po' di delusioni da persone che conoscevo e che hanno approfittato della situazione, per cui ora tendo ad essere più introverso e riservato. Ora, prima di diventare amico di qualcuno, ci penso su non due volte ma molte di più.
Per quanto riguarda invece il mio percorso musicale, prima di arrivare ad X Factor ho partecipato ai classici concorsi canori locali. Scrivevo comunque già brani miei, anche se rileggendo ora le cose scritte anni fa mi viene da sorridere. Insomma facevo già un po' quello che faccio ora, ma in piccolo, in maniera più tranquilla, perché alla fine per me era un hobby. Andavo anche a lezione di canto, ma non ero costante perché non vedevo la cosa come una prospettiva davvero realizzabile, era più un sogno, un desiderio. Poi è andata come è andata. E sono contento.

Hai collaborato per un tuo singolo, Echo, con Brooke Borg. Come è nata questa collaborazione?

In realtà è nata un po' a sorpresa, non ce l'aspettavamo proprio e non l'avevamo assolutamente pianificato. Mio padre mi ha fatto ascoltare questa ragazza su internet e, anche se solitamente preferisco l'ascolto diretto e non filtrato, mi ha comunque colpito molto, l'ho trovata veramente brava. Poi ho scoperto che lei era una mia fan!
Insomma, dopo averla ascoltata ci siamo messi in contatto fra noi ed è nata la collaborazione. Lei aveva già un manager, era seguita da una casa discografica ed aveva vinto alcuni premi importanti a Malta. Così sono venuti in Italia e la collaborazione si è concretizzata. È stata una bella esperienza e tuttora siamo rimasti amici tra noi.

A parte la musica, quali sono le altre tue passioni e le cose che ti piacciono?

Mi piace far sorridere gli altri, colleziono cartoline, mi piacciono i libri di esoterismo, uscire, evadere dalla realtà. Poi mi piace molto lo sport, dal calcio alla palestra, al nuoto... sono uno che si muove abbastanza.

Che rapporto hai con i media?

Mah, direi un rapporto normale, del resto si può dire che io sia “nato” grazie a loro. La TV è un buon mezzo di comunicazione, il più diretto, poi subito dopo vengono i social network. Sono abbastanza tecnologico, resto in contatto con le persone che mi seguono e ogni tanto “cinguetto” anche io su twitter. Sono figlio dei tempi, vivo nel momento in cui la tecnologia è ad alti livelli.

Grazie per la chiacchierata e in bocca al lupo per questa tua nuova avventura!

Grazie a voi! Ciao!

Fonte http://www.ithinkmagazine.it/interviste/42...ny-maiello.html

 
Top
Mincy
view post Posted on 27/10/2012, 13:26




Grazie Francè :D
 
Top
2 replies since 19/10/2012, 15:16   17 views
  Share